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domenica 22 gennaio 2012

Dionaea muscipula

La Dionaea muscipula è una pianta carnuvora appartenente alla famiglia delle Droseracee, ma è l'unica specie del genere Dionaea.
Questa pianta ha le foglie disposte a rosetta attorno ad un punto centrare, e può arrivare anche a misurare 15 cm di diametro.
Alle estremità dei piccioli sono situate le trappole formate da due lembi coronati da lunghe ciglia. In ogni lembo ci sono tre peli sensori che se sollecitati fanno chiudere molto rapidamente la trappola e in questo modo la pianta si procura il cibo, intrappolando l'insetto che disgraziatamente per lui si è posato su un lembo e digerendolo, assorbendo da lui tutti i nutrienti di cui necessita. Di solito queste trappole hanno una dimensione di 2-3 cm, ma in alcuni cultivar si sono raggiunti anche i 5 cm, mentre la colorazione può variare dal verde al rosso passando per il giallo.
Questa pianta in estate necessita di molta luce del sole e acqua abbondante per restare in forma e pronta a catturare le prede, mentre in inverno, quando la pianta va in riposo, va esposta al grande freddo visto che sopporta bene anche brevi gelate, ma l'acqua e l'umidità del substrato va diminuita per evitare il congelarsi dello stesso.
Tra maggio e giugno avviene la fioritura delle Dionaea, dal centro della rosetta si alza uno stelo con lunghezza variabile dai 20 ai 30 cm, coronato da diversi e piccoli fiori bianchi, da dover impollinare manualmente o facendo fare tutto alla natura visto che non sono auto impollinanti.
Alcuni coltivatori di questa pianta preferiscono tagliare il fiore poco dopo la nascita, soprattutto se la pianta è giovane perchè spende molte energie per fiorire e riprodursi visto che la natura per istinto da maggiore importanza alla riproduzione e alla moltiplicazione, ma lo stress causato dall'enorme spreco di energie, potrebbe porare la pianta a morire. Con lo stelo floreale reciso il più vicino possibile alla rosetta, dove c'è una maggiore concentrazione di cellule meristematiche, che sono cellule vegetali non specializzate, totipotenti, dalle quali si possono originare tutti i tessuti della pianta, si può tentare una talea per stelo floreale e con un pò di fortuna lo stesso si riproduce la pianta.
La riproduzione di Dionaea può avvenire per seme, talea o divisione del rizoma. Per taleizzare una Dionaea bisogna staccare una foglia adulta e in buone condizioni, compresa anche la parte interrata e posizionarla o sul torba bionda acida di sfagno o direttamente sullo sfagno vivo e dopo alcune settimane, se la talea è andata a buon fine, si svilupperanno nuove plantule identiche alla pianta madre. Questa tecnica, insieme alla moltiplicazione per divisione del rizoma, si utilizza quando si deve riprodurre un particolare cultivar visto che possiamo dire che abbiamo "clonato" la pianta madre.
Invece per riproduzione tramite semi, anche se li abbiamo raccolti da un cultivar, le piante che andranno a nascere verranno classificate sempre come Dionaea muscipula typical e mai con il nome del cultivar dal quale sono stati raccolti i semi perchè non avranno le stesse caratteristiche.
Il rinvaso per queste piante è preferibile effettuarlo tra febbraio e marzo, quando stanno per uscire dal periodo di riposo invernale, ma se necessario, in condizioni critiche, è possibile effettuarlo in qualsiasi periodo dell'anno, anche se non cosnigliato per evitare forti stress alla pianta che potrebbero danneggiarla.

Dionaea muscipula typical.



Hibrid

Gli ibridi di Sarracenia, come quelli di qualsiasi altra pianta, sono dati dall'incrocio di piante appartenenti alla stessa specie, ma di varietà differente.
Per ottenere un ibrido, come già detto, dobbiamo avere a disposizione almeno due piante in fiore e possiamo procedere in due modi per l'impollinazione del fiore: o aspettare che faccia tutto la natura, con il rischio però di non ottenere un ibrido, ma un fiore auto impollinato, o magari ottenere un ibrido, ma non quello che desideriamo, oppure procedere manualmente. In questo caso noi andiamo a scegliere il fiore della pianta che donerà il polline, il padre dell'incrocio, e il fiore che sarà deputato ad essere impollinato e produrre i semi, la madre dell'incorcio. Scelte le piante che daranno vita all'incorcio, raccogliamo il polline dal fiore padre e lo andiamo a "spalmare" sullo stigma del fiore madre (la tecnica di impollinazione magari sarà trattata in un altro post) e nel giro di qualche mese avremo ottenuto i semi dell'incrocio che desideriamo.
Di seguito è riportato l'elenco degli ibridi semplici di Sarracenia:

S. x ahlesii = rubra x alata
S. x alava = flava x alata
S. x areolata = leucophylla x alata
S. x catesbaei = flava x purpurea
S. x chelsonii = rubra x purpurea
S. x courtii = psittacina x purpurea
S. x crispata = psittacina x flava
S. x excellens = leucophylla x minor
S. x exornata = purpurea x alata
S. x formosa = minor x psittacina
S. x gilpinii = rubra x psittacina
S. x harperi = flava x minor
S. x mitchelliana = leucophylla x purpurea
S. x miniata = alata x minor
S. x mineophila = minor x oreophila
S. x mixta = oreophila x leucophylla
S. x moorei = leucophylla x flava
S. x popei = flava x rubra
S. x psittiata = psittacina x alata
S. x pureophila = purpurea x oreophila
S. x readii (= x farnhamii) = leucophylla x rubra
S. x rehderi = minor x rubra
S. x swaniana = purpurea x minor
S. x wrigleyana = psittacina x leucophylla

Questi sono gli ibridi semplici, nella nomenclatura si è soliti cartellinare gli ibridi riportando tra le parentesi le piante che hanno l'hanno originato; facciamo un esempio. Ho impollinato il fiore della mia Sarracenia leucophylla Bladwin Co, Al. W L20 MK, con il polline della mia S. flava tiBBBurtina. L'incorcio di queste due piante, come vediamo nell'elenco origina una S. x moorei, ma è troppo generico scrivere sul cartellino della pianta originata S. x moorei, quindi andremo a scirvere: S. x moorei (S. leucophylla Bladwin Co, Al. W L20 MK x S. flava tiBBBurtina), come avete visto, va sempre indicato prima il nome della pianta madre e dopo quello della pianta padre. Se avessi invertito l'ordine, cioè utilizzando il polline della S. leucophylla ed impollinato il fiore della S. flava, l'ibrido risultante sarebbe stato sempre una S. x moorei, ma in questo caso tra le parentesi l'ordine sarebbe stato invertito.
Poi esistono anche gli ibridi complessi e sono ottenuti dall'incrocio di un ibrido semplice per una specie pura, o ancora incorciandolo con un altro ibrido. Facciamo un esempio per rendere tutto più semplice. L'ibrido che ho ottenuto precedentemente lo vado ad ibridare ancora una volta con una S. alata, in questo caso andremo a cartellinarla in questo modo S. x moorei (S. leucophylla Bladwin Co, Al. W L20 MK x S. flava tiBBBurtina) x S. alata black tube.

S. x rehderi.

sabato 21 gennaio 2012

Drosera

Drosera è un genere di piante carnivore appartenenti alla famiglia delle Droseraceae. A questa famiglia appartengono tantissime specie, oltre 150 e si suddividono in temperate, tropicali e sub-tropicali, pigmee e tuberose.
Queste piante hanno la particolarità di catturare le prede tramite la colla che producono le ghiandole che si trovano sui peli, disposti sulle "foglie" di quese piante. Le prede attratte sia dal colore di queste magnifiche piante, sia dalla colla prodotta dalle ghiandole, una volta che si sono poggiati sopra non riescono più a volare via, ovviamente parliamo di insetti di piccole dimensioni come zanzare, moscerini, piccole farfalle, già le mosche molte volte hanno la meglio, e le foglio si "accartocciano" in breve tempo, intrappolando l'insetto e ne assorbono i nutrienti di cui necessitano.
Anche la specie Drosera, come le altre piante carnivore, necessita di un substrato molto povero ed acido visto che si nutre esclusivamente tramite le prede catturate.
La struttura aerea di queste piante può essere sia filiforme che a rosetta, come nella maggior parte degli esemplari di Drosera, ma tutte hanno in comune la tecnica di cattura delle prede.
Questa specie si riporduce molto facilmente tramite seme, gemme, tuberi o talee.
 Drosera capensis 'alba'.

Drosera aliciae.
I fiori di Drosera, hanno una struttura a grappolo e possono arrivare anche fino a venti fiori, sorretti da uno stelo che raggiunge la lunghezza anche di diverse decine di centimetri, sono di dimensioni molto ridotte ed auto impollinanti grazie alla loro sturttura anatomica. Altre invece producono steli con un solo fiore, ma tutti dai colori più svariati.

Fiore di Drosera capensis 'alba'.
 Fiore di Drosera aliciae.
Fiore di Drosera aliciae  in fase di maturazione.
Altre Drosera invece si riproducono per gemme, che producono con l'arrivo dell'autunno e sono assimilabili a microscopiche palline verdi, che una volta staccate dal centro della rosetta vanno adagiate in un substrato adeguato a queste piante e in poche settimane spuntano nuove plantule minuscole.

 

Sarracenia


Sarracenia è un genere di piante carnivore della famiglia delle Sarraceniaceae e compende otto specie:
Sarracenia alata
Sarracenia flava
Sarracenia leciophylla
Sarracenia minor
Sarracenia oreophilla
Sarracenia psittacina
Sarracenia purpurea
Sarracenia rubra   

La particolarità di queste piante sta nelle foglie, chiamate ascidi, in inglese pitchers, che hanno una forma particolare. Queste piante si sono evolute fino ad arrivare al punto di creare gli ascidi, che hanno una forma tubolare ad imbuto, strette nella parte inferiore e man mano che ci avviciniamo all'apice di questi, si vanno allargando, e la sommità è coperto da un opercolo. Gli insetti sono attratti sia dai colori sgargianti che queste piante possono assumere, sia dal nettare che producono. Una volta che gli insetti sono entrati all'interno dell'ascido, non riescono più ad uscire, sia per la forma, di diametro decrescente man mano che si va verso il basso sia per microscopici peletti ricurvi verso il basso che ostacolano la risalita degli insetti.
Queste piante, a differenza delle altre, traggono nutrimento proprio dagli insetti che vengono intrappolati all'interno degli ascidi e non dal terreno. Gli ascidi producono degli enzimi digestivi che scompongono gli insetti ed assorbono da questi tutti  i nutrienti di cui necessitano, quindi hanno bisogno di un substrato molto povero ed acido (Ph 3,5-4,5) e con scarsa prensenza di azoto.
Queste piante sono perenni e producono ascidi con l'iniziare della primavera e qualcuna fino ad ottobre. Nel periodo estivo hanno bisogno ed amano, ricevere molta luce del sole, sopportando temperature anche elevate, e molta acqua, e per acqua non si intende acqua di rubinetto ma acqua distillata o da osmosi inversa o ancora, acqua piovana. In inverno invece possono sopportare tranquillamente temperature inferiori a 0°C, e in questo periodo vanno in riposo vegetativo, cioè non producono nuovi ascidi e quelli presenti seccano, per poi riprendere la vegetazione in primavera.
Nel periodo estivo si può ammirare al meglio la bellezza di queste piante, quando gli ascidi si colorano di varie sfumature di verde, rosso che può variare da tonalità chiarissime che ricordano il rosa, fino ad arrivare a quasi nero, o ancora bianco, burgundy, alcune tonalità di giallo molto chiare, ma è inutile descriverle, bisogna ammirarle pre restare incantati da queste piante.
Si riproducono o per semina o per divisione del rizoma, in questo caso si ottiene una pianta identica alla pianta madre, in poche parole la si clona, invece per semina, anche se il fiore è stato autoimpollinato, i piccoli seedling che andranno a nascere, una votla diventati adulti, non saranno mai identici alla madre, qualcuno più fortunato riesce a riprodurre Sarracenia anche tramite talea, ma è un processo lungo e difficile. 
La forma degli ascidi varia a seconda della specie, S. purpurea ha ascidi di piccole dimensione, 10-15 cm ed hanno una forma abbastanza tozza con colorazine che varia tra il verde e il rosso porpora, S. psittacina ha gli ascidi sottili ma che sono disposti parallelamente al suolo, quindi ha una disposizione prostrata, per poi passare a piante con ascidi che in alcuni casi superano anche i 100 cm di altezza come S. leucophylla o S. flava.




Sarracenia leucophilla Bladwin Co., Al W L 20 MK

Queste piante non finiranno mai di stupirci, anche il fiore di Sarracenia è fuori dal comune. In natura siamo abituati a vedere fiori con uno stelo, diversi petali, la corolla e sono rivolti verso l'alto (vedi le margherite), il fiore di Sarracenia è del tutto differete.
Fiore di Sarracenia (foto tratta dal web).
Come si vede in foto, il fiore non è rivolto verso l'alto, bensì verso il basso, è composto da cinque petali che pendono verso il basso, e una struttura ad ombrello capovolto. All'interno, nascosti dai petali e dalla struttura ad ombrello, troviamo gli stami, l'organo riproduttivo maschile, che produce il polline,  l'ovario, dove andranno a nascere i semi, e lo stigma che è l'organo riproduttivo femminile, situato alle estremità delle cinque punte della struttura ad ombrello, che hanno la forma di un piccolo dentello rovolto verso l'interno.
Il colore dei fiori è anchesso molto vario, è cambia con le specie di Sarracenia, ma sicuramente tutti molto belli.
L'apparato radicale invece è molto fitto per queste piante e le radici si dipartono dal rizoma e sempre dal rizoma si dipartono anche gli ascidi.
Rizoma e apparato radicale di S. leucophylla.